Ingredienti: zucca gialla, zucchero, sciroppo di glucosio, destrosio, maltodestrine, succo di limone, farina di semi di carruba, farina di semi di guar, fibra di limone, sale. Biscotti amaretti
Valori nutrizionali indicativi: proteine 0,7% ca. ; carboidrati 35% ca. ; grassi assenti. Calorie per 100 gr di gelato: 145 ca.
Zuccone: persona senza acume, poco intelligente o anche particolarmente cocciuta. La definizione non lascia scampo: nonostante i suoi semi, in alcune società africane, vengano consumati per procurarsi l’intelligenza, la lingua italiana condanna la zucca a rappresentare la stupidità. Un’insipienza che spesso è coniugata alla miseria: cibo sciocco dei poveri. E basta poco perché la lingua, pericolosamente classista e stupida a sua volta, non rovesci sulla zucca il senso deplorevole di un’equazione senza alcun fondamento, sicché povertà e stupidità vanno a braccetto. A considerarla poi simbolo della inutile vanagloria, non siamo certo i soli: anche i cinesi, su questo tema, hanno una ricca tradizione. Per quanto, al contrario che da noi, in oriente la zucca ha valenze più complesse: per esempio, per via dei numerosi semi, essa arriva a simboleggiare l’abbondanza e la fecondità, come già il cedro, l’arancia, il cocomero.
Originaria dell’America meridionale, la pianta della cucurbita produce frutti di forma e dimensioni diverse. Sarà pure un ortaggio dal sapore sciocco, ma quanto a fantasia di forme la zucca non è seconda a nessuno. Se ne coltivano infatti molte specie: rotonde, bitorzolute, schiacciate, allungate, lisce. La varietà più comune è conosciuta come Marina di Chioggia, poi seguono la mammouth, la quintale, la melone gigante, la piena di Napoli e la piena di Chioggia, la lunga invernale di Napoli, la tromboncino. E qui la lingua, per grazia, si fa più fantasiosa e simpatica.
Il colore è dei più belli in natura, essendo gialla-arancione la parte commestibile, di consistenza soda e farinosa. Ce ne vorrebbe ogni giorno sulle tavole, già solo per spazzare via la noia. Tavole povere ma, grazie alla zucca, molto colorate. E non stupisca come le genti povere del Nord America e quelle italiane, distanti migliaia di chilometri, siano riuscite a creare dei capolavori cucinari partendo da qualcosa di tanto semplice: si sa che i poveri si assomigliano ovunque e che le analogie delle loro tavole trascendono le diversità geografiche, le consuetudini alimentari, i prodotti del luogo. Negli Stati Uniti la zucca viene usata per alcune festività e soprattutto per preparare dolci che fanno parte della gastronomia nazionale, come ad esempio il pumpkin pie, oramai diffuso anche da noi. In Italia la diffusione della zucca è tutt’altro che omogenea, ed è nel Nord Italia e in Sicilia che la si consuma maggiormente. Durante i mesi invernali e specialmente nelle campagne, l’usanza era di cuocere la zucca al forno e mangiarla come dolce o come merenda. Ma è a Mantova che spetta il primato della migliore ricetta, ossia i tortelli di zucca, un tempo preparati per la vigilia di Natale. Sebbene siano un piatto squisito, i tortelli di Mantova non comparivano nei ricettari, poiché la zucca non era ritenuta un alimento degno delle tavole borghesi (eccoli qua, gli stupidi classisti!). Cotta al forno, la polpa della zucca viene unita a formaggio grana grattugiato, mostarda di Cremona e amaretti. E il gelato al gusto di zucca e amaretto, non è altro che un omaggio alle donne che, nel corso dei secoli, hanno creato questo abbinamento stimolante, geniale e raffinatissimo, da un unico desiderio: rendere saporito l’insapore.
Sarebbe un peccato non riproporlo in gelateria.
I testi di tutte le schede sono di Marco Santarelli e Pasquale Polidori